In un altro momento forse mi sarei fatta dei problemi a pubblicare un post e un video relativi a una manifestazione non sui vini naturali qui su Senza Trucco. Poi mi sono ricordata perchè amo il vino fin da quando ero piccola: perchè aprire una bottiglia ha sempre significato per me un’occasione di festa, un modo per stare assieme a persone a cui si è legati e gioire con loro per qualcosa. Non mi ricordo momenti tristi legati a un bicchiere di vino, se non una clamorosa ciucca dopo una delusione d’amore secoli fa… E considerata la stupenda giornata che ho trascorso a Nizza Monferrato sabato scorso, con amici vecchi e nuovi, persone che conoscevo solo sul web a cui finalmente hanno trovato riscontro anche tratti somatici, beh, cos’era quella se non un’occasione per festeggiare? Il fatto che poi il vino fosse al centro del nostro incontro avvalora ancora di più la mia teoria. Le 10 bottiglie di Barbera aperte durante la degustazione, con elementi di spicco per il Piemonte e la California, sono diventate un motivo di contatto forte, un collegamento che è riuscito a diminuire la distanza fra continenti e fra metodi di vinificazione sensibilmente diversi. Ero contenta e brindavo volentieri: questo è il vino per me.
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Il mondo attorno a Nicoletta
Qualche mese fa, subito dopo le riprese in vendemmia, Nicoletta Bocca mi ha nuovamente invitata a Dogliani per una tre giorni dedicata al Dolcetto e, in quel caso ho girato un video pubblicato poi su Intravino.
Quello che è emerso da quell’incontro è un territorio denso di tradizione e un vino troppo spesso considerato un gregario: il Dolcetto ha avuto la sfortuna di nascere in una regione che vanta un vitigno blasonato come il Nebbiolo e, da sempre, deve sgomitare per ritagliarsi una piccola parentesi d’attenzione. San Fereolo, come le altre aziende della zona, combatte da anni contro pregiudizi e curatori di guide poco consapevoli e sta cercando di far conoscere al mondo dei bevitori la vera storia di un’uva cocciuta e desiderosa di invecchiare. In occasione di quell’escursione piemontese ho girato anche il video di una riunione carbonara fra produttori di Dogliani, in cui la questione di base era proprio quella appena riportata: “Come si può far capire che il Doletto ha caratteristiche di valore e non può essere considerato, soprattutto economicamente, alla stregua di vitigni da taglio?”.