E’ stata una giornata stupenda, con tantissime soddisfazioni.
Intendiamoci, siamo piccolini e non è stata una passeggiata. Ma il solo fatto di avere così tanti consensi e proposte di aiuto ci ha spinti a fare le cose sempre meglio, per avere una manifestazione ancora più bella di quella del 2015.
Quest’anno sono cambiate un po’ le cose, perché non erano presenti soltanto produttori della distribuzione Senza Trucco: abbiamo deciso di allargare la partecipazione ad altre realtà distributive e a cantine che amiamo, in modo che il panorama dei vini naturali fosse rappresentato con un pluralismo che non può che fare bene al movimento. Prima di tutto era presente un banco dedicato alla distribuzione Les Caves de Pyrene, con una nutritissima selezione di vini, oltre ad alcuni produttori presenti di persona, come Foradori, Fabrizio Iuli, Cascina Roccalini ed Ezio Cerruti.
Altra bellissima novità: il gruppo dei Vignaioli Piacentini, di cui fanno parte Casé, Croci, Denavolo, La Stoppa, Il Poggio e Montesissa Emilio.
Graditissima la presenza degli amici Rindaldi, Tenuta Grillo e Cantine Valpane.
Infine, come l’anno scorso, una folta schiera di produttori del mio listino: ‘A Vita, Carussin, La Raia, Marca di San Michele, Andrea Occhipinti, Piccolo Bacco dei Quaroni, Radici e Filari (Simone Roveglia), Teobaldo Rivella, Rocche del Gatto, Rocco di Carpeneto, Terpin, Andrea Tirelli, Zidarich. Banco fornitissimo riservato al Consorzio dei Vignaioli Biodinamici, con Vigneto San Vito, Masiero, De Fermo, Lassaigne, Ruppert-Leroy, Giboulot, Chateau de la Selve.
Al di fuori del mondo del vino le meravigliose Birre Ofelia, i mieli San Lorenzo, i taralli artigianali Zio Pasquale di Ceglie Messapica (BR) e gli incredibili formaggi Filrouge di Carmagnola. Piccolo spazio riservato all’artigianato con la vetreria artistica Across The Glass e la Parafarmacia Biologica Artemisia, entrambe di Torino.
Come lo scorso anno il catering è stato organizzato da Sodo, l’enoteca con mescita di via Bodoni 5.
Lascio il commento della manifestazione alle bellissime parole di Nicola Barbato, che riesce sempre a cogliere e condensare le emozioni in frasi che coinvolgono tutti i presenti:
“nessuno ci paga per essere sempre allegri. tantomeno a ottobre, quando il prezzo dei tartufi schizza alle stelle.
ci possono essere giornate non facilissime, puntinate di pioggia, con scazzi piccoli e grandi e un pensiero affettuoso per un amico che fa capolino tra le nuvole.
in quei giorni a una degustazione si può anche andare da soli. stare da soli è spesso ottima cosa, consente di rimettere ordine, di oliare gli ingranaggi, di eliminare il grasso… beh, quello magari no. i miei amici dovrebbero saperlo.
comunque a Torino Beve Bene 2016 da solo ci stai giusto il tempo di parcheggiare l’auto, ché entri e subito inconti persone con cui è bello stare. non hai finito di parlare con uno e subito ne arriva un altro e così via, fino alla chiusura, oltre la chiusura, ragazzi si è fatta ‘na certa, per la birra non ce la faccio, scusate, tornerò.
l’elettrica Lidia, il lirico Pietro, il bell’ Andrea, il bravo Andrea [ma pure lui bello. deve essere un marchio di fabbrica degli andrea], l’ineffabile Giulio, la sorridente Francesca, il multiforme Marco, il piastrato Emanuele, l’imprescindibile Vittorio, il moticiclistico Ezio, il moticiclistico 2 pierluca, il motocilcistico 3 la vendetta Stefano, il terapeutico Lorenzo, l’ultrà Michele, l’indaffarata Chiara, l’entusiasta Enrico, l’infaticabile Gianluigi, il flemmaticoFrancesco Maria, la sorridente Francesca [ho già detto sorridente? deve essere un marchio di fabbrica delle francesca], l’astemio Daniele, il professionale Mirko, la sorridente Giada-Jd [no, sorridere non è un marchio di fabbrica di nessuno. lo possono fare tutti. il sorriso è l’arma più potente e più bella che un essere umano ha. usiamola], il sorridente Paolo [appunto].
ho dimenticato qualcuno? sicuro.
si beve, si chiacchiera, si sorride.
si discute di champagne e di rifermentati [cosa è meglio? dipende da cosa mangi? dipende da quanto vuoi bere? dipende?], di bdb e di bdn, di equilibrio, di rosé de saignée, di pasta madre, del gentilrosso di cantina san biagio vecchio, dell’enkir del mulino marino, di chenin fatto in languedoc, di chenin fatto in loira, di [ahimè] per me impraticabili e prossimissime degustazioni sulla loira, di taralli di grano arso, di pecorini dei pirenei, di annate sudate, di annate freddolose, di annate temperate, di acidità vibranti, di acidità esauste, di terreni, di fermentazioni, di enologi brutti e cattivi, di vignaioli alti e biondi.
ma tutto è solo un pretesto per stare insieme. torino beve bene è stata una festa.
qualcuno, tempo fa, ha scritto che il vino porta con sé un carattere ambivalente, per cui può fare litigare oppure può unire. la seconda opzione è indubbiamente la migliore e domenica ha funzionato di nuovo. c’era la cucina di Sodo, c’erano i formaggi di carena, c’erano i taralli di zio pasquale, e, tra i vini, Giulia non si era ritagliata l’esclusiva, ma erano presenti anche altri distributori e un nutrito gruppo di amici vignaioli.
ricordo di avere pensato e detto, un anno fa dopo la prima edizione, che se si collabora si possono fare belle cose.
vale per i vignaioli come anche per i ristoratori, per gli enotecari, per i distributori.
l’idea di giulia in un anno si è sviluppata, ha coinvolto tante persone e dimostra ancora una volta che a torino, dove per fortuna negli ultimi cinque anni sono sorti alcuni locali che hanno ridato vita a una piazza parecchio stitica, la voglia di fare c’è.
torino non è milano e non è roma, dove ci sono eventi di approfondimento e di studio e di incontro tutte le settimane.
siamo stati la prima capitale e siamo finiti alla periferia dell’impero. si lasci perdere il campanilismo, si mettano da parte le beghe politiche o le banali antipatie personali, qui bisogna arrangiarsi. si può ancora fare molto, ci si può aiutare, gli eventi si possono moltiplicare.
basta volerlo”.